Roma Capitale, Piano sociale: Favali (Assistenti sociali) a Baldassarre, ‘bene averlo presentato, ora serve dargli attuazione’

‘i nuovi impegni chiesti ai Servizi sociali acuiscono le criticità esistenti’

Roma, 12 giugno 2018. Giudizio positivo da parte degli assistenti sociali della Regione al Piano sociale di Roma Capitale, recentemente presentato, nel quale è previsto, tra l’altro, relativamente
alla figura dell’assistente sociale, che nell’arco del triennio vengano sostituiti quelli che vanno in pensione e ne sia incrementato il numero totale di almeno 40 unità l’anno, a partire dal 2018. E’ quanto scrive, in una lettera inviata alla Assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale, Laura Baldassarre, la Presidente del Consiglio Regionale del Lazio dell’Ordine degli Assistenti sociali, Patrizia Favali. Soddisfazione viene espressa perché l’Amministrazione prende finalmente atto che “a fronte della scarsità numerica odierna e degli ulteriori importanti dossier dei quali i Servizi devono e dovranno farsi carico negli anni a venire – quelli connessi al Piano ma anche, ad esempio, all’avvio dal 2018 del reddito di inclusione REI – viene indicata la necessità di disporre di 120 assistenti sociali in più sul triennio per raggiungere il rapporto di un assistente sociale ogni 6.500 abitanti fino ad arrivare, perseguendo tale politica assunzionale anche negli anni successivi, all’obiettivo di uno ogni 5mila abitanti”.
Favali prospetta poi una serie di criticità che, si legge nella lettera, “non solo permangono, ma tendono quotidianamente ad aggravarsi proprio per la gestione delle misure di contrasto alla povertà predisposte dal Governo, prima con il Sia, poi con il Rei che prevedono, oltre al contributo economico, anche la predisposizione di un progetto personalizzato demandato proprio ai Servizi sociali territoriali e più precisamente alla figura degli assistenti sociali che sono pertanto chiamati ad individuare le più idonee modalità che consentano di definire questi percorsi di emancipazione per superare le contingenti situazioni di disagio”. Favali ricorda poi a Baldassarre che “si è ben lontani dalla assunzione di assistenti sociali non solo nel numero necessario né in quello previsto dal Piano ma nemmeno nel numero inizialmente indicato e che non sono stati avviati protocolli con quei soggetti istituzionali che dovrebbero concorrere alla realizzazione dei progetti personalizzati (Centri per l’impiego, COL, ecc.) così come non sono state attivate le equipe multidisciplinari (Asl, ecc.) per le situazioni più complesse né sono in vista interventi strutturali da parte dell’Assessorato volti a gestire nel modo più adeguato la seconda fase del Rei che prenderà il via dalla fine di giugno, quindi entro tempi molto stretti, e che vedrà crescere il numero delle persone che si rivolgeranno ai Servizi”. Nella sua lettera, infine, la presidente degli assistenti sociali del Lazio pone l’accento sulle “gravi ripercussioni che queste situazioni comportano sia sui mancati obiettivi che sono alla base della norma contro la povertà, sia sulla fiducia che i cittadini ripongono nei Servizi sociali”. E il venire meno di questa fiducia e il crearsi di un clima di tensione – conclude la lettera – “porta con sé situazioni di potenziale pericolo di aggressioni, da parte di cittadini esasperati, contro gli operatori amministrativi e gli assistenti sociali – auspicabilmente solo verbali, ma il rischio che diventino anche fisiche è assai concreto – con conseguenti crescenti difficoltà nel gestire situazioni già di per sé assai complesse”.