Migrazione: concluso il progetto PUERI di accompagnamento dei minorenni stranieri non accompagnati, dallo sbarco all’accoglienza


Mordeglia (Fondazione nazionale degli Assistenti sociali) e Gazzi (Consiglio nazionale dell’Ordine): ‘Una grande esperienza di equipe con assistenti sociali, psicologi e mediatori culturali per impedire di perdere molti di questi ragazzi’

Roma, 15 giugno 2018. Si conclude oggi il Progetto PUERI – Pilot action for Uams: Early Recovery Interventions,una iniziativa confinanziata dalla Commissione europea nell’ambito delle Emergency assistance Fami 2016 (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) con il coordinamento del Ministero dell’interno e gestito dalla Fondazione nazionale degli Assistenti sociali e dal Cies, il Centro informazione ed educazione allo sviluppo – realizzato per favorire la presa in carico dei minori stranieri non accompagnati giunti in Italia, seguire il loro percorso di accoglienza e cercare di evitare che si allontanino dai Centri per finire vittime della criminalità organizzata.

“Dal giugno del 2017 ad oggi sono stati più di 1800 i minorenni che sono stati interessati al Progetto, prevalentemente provenienti da Tunisia, Gambia, Senegal, Nigeria, Ghana, ma anche da Egitto e Albania, in gran parte maschi e sedici/diciassettenni e circa 5600 i colloqui effettuati – spiegano Silvana Mordeglia e Gianmario Gazzi, Presidenti, rispettivamente, della Fondazione nazionale degli Assistenti sociali e del Consiglio nazionale dell’Ordine. Si è trattato di un impegno organizzativo intenso che ha visto coinvolti una settantina di professionisti che si sono alternati nei quattro hotspot individuati dal Ministero dell’Interno (Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto) e dove un team formato da un assistente sociale ed uno psicologo, coadiuvati da un mediatore culturale, attivava per ciascun minorenne una serie di colloqui volti a delineare un accompagnamento dallo sbarco alle strutture di accoglienza e un possibile percorso di vita futura.”

“I risultati di Pueri sono stati molto positivi e, ad esempio, hanno permesso di ridurre considerevolmente i casi di fuga e dispersione ma anche di indicare che un’altra via – rispetto alle lusinghe della criminalità organizzata – è possibile con una integrazione accompagnata. Ciò, però – spiegano ancora Mordeglia e Gazzi – non è stato sufficiente per la prosecuzione del Progetto che non sarà rifinanziato: il rischio concreto è che vada disperso quel prezioso bagaglio di buone pratiche, competenze ed esperienze che invece sarebbe utile poter fruire, come la cronaca di questi giorni, sul fenomeno migratorio, mostra.”

“Questo progetto – concludono i due Presidenti – ha anche mostrato una volta di più quanto sia importante un approccio multidisciplinare di professionisti, con le proprie competenze, specifiche,  nella fase di ascolto del minorenne straniero non accompagnato. Di questo ringraziamo l’Ordine Nazionale degli Psicologi per la sinergia creata in questo anno di attività in tutte le sue declinazioni operative. Fondamentale, inoltre, segnalare che il collegamento con il territorio e la creazione di una rete di servizi possa davvero contribuire a migliorare l’accoglienza dei minorenni soli.”