Questione migranti: adeguate politiche di accoglienza, lotta all’illegalità, efficaci azioni di cooperazione internazionale a livello europeo.

La Segreteria Nazionale del SUNAS, prendendo spunto dalla vicenda della nave Acquarius che ha tratto in salvo 629 migranti nel Mediterraneo e che ha suscitato tante polemiche per la decisione del Governo di non permettere il suo attracco in un porto italiano, ritiene opportuno intervenire per esprimere la propria posizione sulla questione. In tal senso pensiamo che per affrontare seriamente ed efficacemente la questione dei migranti occorra saper distinguere l’aspetto umanitario ed emergenziale da quello che riguarda la definizione e attuazione di politiche ed interventi adeguati che tengano conto della complessità del problema al fine di realizzare efficaci e reali percorsi di accoglienza, di collocazione e di integrazione all’interno da parte del nostro Paese. È necessario, quindi, a nostro avviso seguire un approccio non ideologico, che richiami tutti al rispetto del diritto internazionale, delle norme costituzionali, dei diritti umani, ma che si ponga anche il problema delle risorse, degli strumenti, delle strutture, dei percorsi programmatori ed organizzativi che le istituzioni nazionali e locali, insieme alle realtà associative non pubbliche, sono in grado realmente di assicurare. Ciò al fine sia di garantire pienamente la dignità delle persone, in particolare dei bambini, dei giovani e delle donne che, fuggendo dalla guerra e dalla miseria, cercano condizioni di vita più umane, sia di evitare che nel Paese e all’interno delle comunità locali, si intensifichino i segnali di allarme sociale, aumentino i sentimenti di insicurezza, si riducano i livelli di intolleranza nei confronti delle persone immigrate. In questa prospettiva è doveroso contrastare efficacemente tutte le situazioni di illegalità e di opacità che minano la credibilità delle politiche e degli interventi rivolti all’accoglienza, che in alcuni casi diventano un pretesto per fare affari sulla pelle dei migranti e che vedono coinvolti, purtroppo, anche realtà del settore della cooperazione e dell’associazionismo. Così come non possiamo certamente considerare accoglienza quella dei campi costruiti con teli di plastica e lamiera, dove – è noto a tutti – abitano migranti costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento. Un ruolo importante spetta alla politica e a chi ha responsabilità di decisione e di governo, un ruolo fondamentale compete all’Unione Europea che deve assumersi una maggiore responsabilità, dimostrando di perseguire non solo obiettivi di tipo economico ma anche di tipo sociale e solidaristico, anche attraverso un percorso di modifica ed di aggiornamento dei trattati e delle norme internazionali, ma soprattutto attraverso la definizione e l’attuazione di una politica estera che si ponga l’obiettivo di favorire un reale processo di pacificazione e di stabilizzazione nell’area del Mediterraneo, in Africa e in Medio Oriente, rafforzando gli interventi di cooperazione e di sostegno internazionale tesi allo sviluppo economico e sociale, alla lotta contro la povertà, la fame e la miseria, contribuendo alla cessazione dei conflitti e delle guerre, che sono le cause principali dei flussi migratori. 15.6.2018

Il Segretario Generale Salvatore Poidomani