Si è disputata a giugno in Spagna, la 7^edizione dei mondiali per ipovedenti e non vedenti. La competizione è organizzata dall’International Blind Sports federation, un’organizzazione no profit che dà la possibilità ai non vedenti e agli ipovedenti di sognare su un prato verde con un pallone tra i piedi.
Si disputa con 5 giocatori, come nel Futsal e tutti sono aiutati da un pallone speciale con dei sonagli cuciti all’interno della sfera di cuoio. Il tutto è contornato da un pubblico in rigoroso silenzio per permettere ai calciatori di sentire il pallone ed i compagni in campo.
Anche gli arbitri danno una mano: prima di un calcio di rigore, ad esempio, battono con un’asta di metallo sui pali per far capire al portiere dove piazzarsi al meglio, urlandogli alle spalle dove (su per giù) è il centro della porta.
Anche i 10 giocatori in campo si aiutano: quando infatti uno di loro entra in scivolata, è obbligato a gridare “voy” (tradotto in italiano “vado”, “entro”) per avvertire dell’imminente impatto e non recare danno all’avversario.
Perchè in questi Mondiali di cui nessuno ha parlato, ha più importanza il rispetto che la fama ed i soldi: questi ragazzi non potranno vedere la porta ed i compagni con gli occhi, ma possono sentire tutto con il cuore.