Roma, 3 dicembre 2018. Serve rafforzare la concertazione e la programmazione degli interventi di sgombero di immobili occupati abusivamente. Gli sgomberi, se effettuati senza una sufficiente programmazione e concertazione e senza predisporre efficaci soluzioni alternative, violano i più elementari diritti umani e ricadono quasi esclusivamente su persone inermi, povere e prive di prospettive lavorative e abitative. Ogni intervento di sgombero deve essere, comunque, accompagnato da un progetto di ricollocazione abitativa delle persone che, innanzitutto, ne garantisca la dignità con particolare riguardo a quelle fragili ed ai nuclei famigliari con minori e anziani e che non può essere improvvisato ricorrendo alle sole già limitate risorse in campo.
E’ quanto si legge in una lettera che – proprio all’indomani della definitiva approvazione del Decreto Sicurezza – la Presidente del Consiglio dell’Ordine degli assistenti sociali del Lazio, Patrizia Favali, ha inviato al Prefetto di Roma, Paola Basilone, e all’Assessore alla Persona, Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale, Laura Baldassarre.
“Il Consiglio dell’Ordine degli assistenti sociali del Lazio – si legge ancora nella lettera – esprime la più viva preoccupazione per le modalità con le quali la Prefettura di Roma e Roma Capitale stanno attuando gli interventi di sgombero di immobili occupati abusivamente. Essi non possono venire attuati e gestiti – e il recente, ma non ultimo, caso del Centro Baobab ne è stata la dimostrazione – come misure di ordine pubblico a mera difesa della proprietà privata ma devono rappresentare importanti e decisivi momenti di una politica sociale e abitativa volta a garantire il diritto alla casa a tutti i cittadini ed in particolare a quelli più deboli e fragili”.
Una preoccupazione – scrive la Presidente degli assistenti sociali laziali – che “diventa timore per le imprevedibili conseguenze che deriveranno se dovessero essere mantenuti gli impegni a voler procedere, nelle prossime settimane, ad un’altra serie di sgomberi che dovrebbero riguardare decine di immobili e interessare molte altre centinaia di cittadini”.
“Gli assistenti sociali del Lazio – si legge nella lettera – confermano ancora la volontà ad essere in prima linea, a fianco della Prefettura e dell’Amministrazione di Roma Capitale, per contribuire – in coerenza con le norme in vigore e con il rigoroso rispetto del proprio codice deontologico – ad individuare le più marcate fragilità, priorità ed esigenze per poter disegnare percorsi di accompagnamento delle situazioni più problematiche.”
Favali, infine, propone al Prefetto di Roma e all’Assessore alla Persona, Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale, la riattivazione del Tavolo di lavoro a suo tempo istituito sulla tematica sfratti “con l’obiettivo di marcare la connotazione di questa problematica non più quale strumento punitivo o discriminatorio ma quale momento di un percorso di affiancamento di singoli, famiglie e comunità verso il superamento di contingenti situazioni di difficoltà”.
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