Aggressioni contro gli assistenti sociali. Intervenire subito

“AGGRESSIONI CONTRO GLI ASSISTENTI SOCIALI. INTERVENIRE SUBITO”
Gli emendamenti Cnoas al Reddito di Cittadinanza: stanchi della solidarietà postuma, servono assunzioni stabili

“Dopo Palermo, Genova. L’aggressione alle assistenti sociali non si ferma e le cronache quotidiane raccontano di forbiciate, tentativi di strangolamento, lancio di oggetti… Non possiamo accontentarci di solidarietà postuma e di promesse di interventi che non verranno”.
Lo dice Gianmario Gazzi, presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali, annunciando la presentazione di emendamenti al decreto del 28 gennaio scorso che interviene sulle misure di contrasto alla povertà e sulle pensioni
“La situazione peggiorerà con la partenza del Reddito di Cittadinanza e il sovraffollamento di strutture che già soffrono dell’eterno sottodimensionamento rispetto alle esigenze – aggiunge – Nove assistenti sociali su 10, oltre il 90% sono donne, hanno denunciato aggressioni fisiche e verbali e, in meno di un mese, ovvero da quando abbiamo lanciato una sorta di sondaggio interno tra i nostri professionisti, abbiamo ricevuto una quarantina di segnalazioni. Per questo con un emendamento all’articolo 5 chiediamo ‘specifiche misure di sicurezza volte a prevenire e gestire episodi di violenza, modalità di rilevazione e segnalazione degli eventi sentinella da parte degli enti di appartenenza, protocolli operativi con le forze dell’ordine’ per garantire interventi tempestivi e assistenza alle vittime”.
“Abbiamo anche presentato un emendamento all’articolo 12 che riguarda le disposizioni finanziarie – continua – Fermo restando il riconoscimento del servizio sociale professionale quale funzione fondamentale dei comuni, sottolineiamo che già con l’introduzione del Rei si era evidenziato il necessario potenziamento e stabilizzazione degli degli organici che, chiediamo, debba essere riconosciuto anche alle amministrazioni in dissesto. Se la preoccupazione non è dare il sussidio a chi prima arriva per poter sbandierare numeri su media vecchi e nuovi prima della prossima tornata elettorale – conclude – si ascolti la voce di chi, per professione, è di fronte ad disagio. Prima che sia tardi”.